Il celebre ritratto del filosofo dipinto da Paolo Ricci
Se le vicende individuali sono sempre importanti per lo sviluppo della personalità, in alcuni casi possono essere determinanti anche per l'elaborazione del proprio pensiero come nel caso di Benedetto Croce che ebbe uno straordinario impulso dal clima culturale nel quale crebbe, clima culturale che fu certamente una delle ragioni dello sviluppo fecondo dei suoi interessi.
Di ricca famiglia abruzzese, Benedetto Croce compì i primi studi a Napoli e in seguito al terremoto del 1883 a Casamicciola, venne accolto a casa di Silvio Spaventa, una delle personalità intellettualmente più feconde nella vita culturale e politica dell'epoca.
Per comprendere molte altre parti del pensiero di Corce, è importante capire la sua posizione riguardo all'arte, posizione che lo guidò in un'intensa e ponderosa attività di critica letteraria dove propose sia questioni di carattere metodologico che di definizione della dimensione artistica.
Fin dall'inizio hanno avuto una grande rilevanza nelle riflessioni di Croce la trattazione di due aspetti: l'arte e la storia
L'attività teoretica è o conoscenza intuitiva o conoscenza logica e il primo grado conoscitivo dello Spirito è perciò conoscenza fantastica o per immagini e come tale è arte.
L'arte è quindi il primo momento nello sviluppo dello spirito, essa è intuizione ed espressione insieme, di un qualsiasi oggetto: questa intuizione non ha nulla a che vedere con la sensazione, l'emozione o col sentimento, non è nè passione nè sensualità ma è intuizione dell'individuale, è attività teoretica dell'individuale.
COS'E' IL BELLO: Il bello non è quel dipinto o quella statua o quel paesaggio che noi miriamo, la bellezza consiste nella trasfigurazione del me come passività nel me come attività intuitiva, come conoscenza intuitiva dello Spirito.
Arte quindi equivale ad attività intuitiva ed espressiva e come tale non si esaurisce nell'opera del genio, ma si rivela in ogni individuo
che sia in grado di trasformarsi in attività sia che produca un'opera d'arte sia che la giudichi.
COME SI GIUDICA UN'OPERA D'ARTE: Il giudizio estetico avrà dunque un suo valore assoluto e consisterà nella più completa identità tra il gusto che è l'attività che giudica l'opera d'arte e il genio che è l'attività che produce l'opera d'arte.
L'arte quindi non è riservata solo al genio, come se si trattasse di un linguaggio degli dei che solo alcuni possono comprendere, l'arte è patrimonio di tutti e ognuno può esprimerla in tutte le sue forme: il linguaggio, la poesia, la musica, il canto, la scultura, la pittura etc. etc..
Ogni aspetto dell'arte che si manifesta attraverso un segno visibile e che provochi l'attività intuitivo-immaginativa, liberandoci da tutte le forme di passività è vera bellezza, è vera arte.
LA FUNZIONE DELL'ARTE: Secondo Croce solo l'attività pratica dello Spirito deve occuparsi di avere dei fini educativi mentre l'arte di per sè, essendo attività teoretica non deve avere alcuna finalità nè di carattere morale, nè avere alcun fine educativo, inoltre per Coce, è una cosa da rigettare e che provoca ripugnanza il pensare che l'arte debba avere dei fini precostituiti.
L'arte quindi così intesa è occasione di elevazione e purificazione poichè ci libera dall'inerzia e dalle passività trasformandoci in un'umanità che va verso le vette più eccelse.
A questo proposito Croce così si esprime:
"Elaborando le impressioni, l'uomo si libera da esse. Oggettivandole, le distacca da sè e si fa loro superiore. La funzione liberatrice e purificatrice dell'arte è un altro aspetto ed un'altra formula del suo carattere di attività. L'attività è liberatrice appunto perchè scaccia la passività".
Cosicchè il valore estetico è collocato nella sfera della conoscenza intuitiva regno della metafisica al di sopra di tutto ciò che è sensibile e appunto per questo come tale l'arte, non è vincolata ad interessi utilitaristici o a preoccupazioni di carattere morale, l'ARTE È CONOSCENZA INTUITIVA e non concettuale.
L'arte non può essere identificata con il sentimento nè com le rappresentazioni ma ne costituisce il collante, la parte che unisce e che può essere colta intuitivamente come attività dello Spirito, un'attività incessante e che non ha mai fine.
Con il tempo Croce attenuerà queste posizioni e farà una sorta di classifica tra le varie arti ritenendo che l'espressione vera e propria degna di questo nome è quella poetica e pur ammettendo altre forme di espressione non prettamente artistiche come la letteratura a cui riconosce un ruolo strumentale che è quello di essere un'attività disciplinatrice che permette l'arminia tra le forme non poetiche ( passionli, sentimentali. etc....) e quelle poetiche, evitando che le prime non offendano la coscienza artistica.
L'arte viene risolta quindi da Croce come un'attività concreta dello Spirito che si esplica come unità di immagini e di sentimento e l'estetica è'attività di critica che si identifica con la filosofia, in quanto rivela il valore dello Spirito nel suo teoretico svilupparsi.