I TRE STADI DELL'ESISTENZA
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La filosofia di Soren Kierkegaard viene anche definita "esistenzialismo trascendentalistico", ma per comprenderne le linee essenziali bisogna comprendere che non vi sarebbe stata la successiva elaborazione filosofica se il filosofo danese non avesse vissuto in modo esasperato il concetto luterano di peccato e della diffcoltà per l'uomo di pervenire attraverso la razionalità alla verità.
Solo facendo appello alla fede rivelata è possibile cogliere un barlume di verità da qui la sua radicale opposizione ad ogni forma di razionalismo sistematico ed in particolare all'hegelismo.
Nella sua visione non c'è spazio per le categorie universali e per il trionfo della ragione, ma conta solo l'esistenza dell'uomo quale fulcro di possibilità; un'esistenza in cui prevalgono la difficoltà, la miseria e le contraddizioni.
Partendo dal rifiuto verso la filosofia hegeliana, Kierkegaard afferma che la ricerca filosofica non può ridursi a categorie universali e astratte ma si deve interessare della singola esistenza dell'uomo ossia di quella vivente realtà che è ricca di una interiorità sempre ignorata dal pensiero filosofico.
Se in Hegel la filosofia ha come atto conclusivo il trionfo dello Spirito e dell'Idea, in Kierkegaard conta solo la religione, quale momento autentico dell'esistenza.
LA DIALETTICA DELL'ESISTENZA
L'esistenza costituisce di per sè un ventaglio di possibilità e di condizioni in contrapposizione tra di loro, ogni condizione supera la precedente e la nega; sotto questo punto di vista si può parlare di dialettica dell'esistenza da intendersi come movimento, superamento e negazione. Non esiste un obbligo di passare da una condizione ad un altra, tuttavia tutte costituiscono delle possibilità a cui l'uomo può decidere di aderire oppure no.
Secondo Kierkegaard l'uomo può decidere di vivere seguendo tre condizioni e ogni condizione, intesa come alternativa, esclude necessariamente l'altro:
- La prima condizione è quella estetica dove l'uomo vive l'istante, l'uomo si lascia vivere e non ha un progetto, mostrandosi indifferente verso le categorie del bene e del male. Figura emblematica di questo stadio è la figura del Don Giovanni per il quale gli unici interessi sono quelli dominati dalla passione e dagli istinti che essendo dei "valori" vuoti e frivoli finiscono per provocare una condizione di malinconia e di diperazione che può rivelarsi senza uscita.
- La seconda condizione è quella etica il cui simbolo è il Padre di Famiglia impegnato a rendersi utile nella propria famiglia, nel matrimonio la bellezza della donna non è vissuta istante per istante come accade per Don Giovanni ma cresce e cambia con gli anni. L'etica è una condizione di serenità in cui le contrapposizioni vengono superate e mediate ma che può rivelarsi una gabbia che lascia solo disperazione e che può essere superata solo facendo ricorso alla fede.
- La terza condizione è quella religiosa dove l'uomo attraverso la fede risolve le contraddizioni dello stadio etico, tuttavia il lasciarsi andare alla fede costituisce una sospensione dell'etica in quanto la legge universale di Dio non è comprensibile dall'uomo che tuttavia solo perseguendola può raggiungere la completa redenzione. Simbolo di questa condizione è la figura di Abramo a cui Dio chiede un sacrificio non comprensibile e per l'uomo assurdo, ma Abramo dichiarandosi disponbile ad eseguire la volontà divina, viene salvato e premiato perché ha avuto fede.
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