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24 marzo 2014 1 24 /03 /marzo /2014 06:45

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Si fa un gran parlare, spesso a sproposito, di anarchia e di anarchici, questo dipende in larga misura dal fatto che i termini sono utilizzati impropriamente come sinonimo di disordine (anarchia) e di sobillatore (anarchico); eppure tra gli anarchici possono essere annoverati personaggi dall'estrazione culturale molto differente tra di loro: era un anarchico Bakunin ma lo era anche Nietzsche e tra i contemporanei si definiscono anarchici Massimo Fini e Vittorio Feltri.

Anarchia è quindi un termine che può significare più cose: può indicare l'ideologia che deriva dalle tesi elaborate da Bakunin o le idee teorizzate dagli anarchici individualisti che mostrano insofferenza verso ogni forma di controllo del potere o infine la posizione di chi è un battitore libero senza padroni.

IL DIAVOLO AL PONTELUNGO, BAKUNIN A BOLOGNA

"Il Diavolo al Pontelungo" il romanzo scritto da Riccardo Bacchelli può essere annoverato tra i grandi romanzi storici dell'Ottocento che si ispirano al periodo risorgimentale, pubblicato per la prima volta in Italia nel 1927, ebbe un successo immediato.
La struttura del romanzo si ispira a quella dei romanzi dell'Ottocento la cui trama narrativa si sviluppa intorno alla figura dell'eroe irriducibile che in nome dei propri ideali è anche capace di sacrificare la propria vita, ma con una differenza: Bacchelli al centro del suo racconto mette la figura di Michail Bakunin, l'anarchico per eccellenza, l'irriducibile che non accetta nessun compromesso, il sobillatore che trama sempre.
La figura di Bakunin non è romanzata, Bakunin è un personaggio storico vissuto realmente, che conobbe da giovane il rigore delle segrete zariste e che pagò in prima persona per le sue idee.
Non era certamente uno stinco di santo, si staccò infatti dalle posizioni propugnate da Karl Marx prospettando la liquidazione totale della società e auspicando un mondo in cui tutti gli uomini potessero vivere in libertà e in parità di diritti.
Ovviamente come tutti gli utopisti era un visionario senza saperlo come lo erano i personaggi che popolano il romanzo di Bacchelli che ricostruisce con dovizia di particolari l'incontro del rivoluzionario russo con gli agitatori italiani, un incontro che vi fu veramente quando Bakunin visse a Bologna tra il 1872 e il 1874.


     

Riccardo Bacchelli aveva una caratteristica che lo contraddistingueva da tutti gli altri scrittori a lui coevi: era rigoroso quando si trattava di ricostruire dei fatti storici; le sue storie sono spesso popolate da personaggi realmente esistiti, ma il suo modo di "fare romanzo" non è il racconto di un determinato avvenimento bensì l'interpretazione di esso.
Ed è proprio il punto di vista di Bacchelli quello che dà al romanzo una luce completamente diversa rispetto a quello che può essere un testo di storia o un documento; lo scrittore bolognese racconta l'incontro descrivendo l'intera faccenda come una sorta di farsa grottesca in cui vi era una netta sproporzione tra gli intenti prospettati dai rivoluzionari italiani come Andrea Costa, Abdon Negri e lo stesso Bakunin.
Emblematica a tal riguardo è la scena dell'arrivo di Bakunin alla stazione di Bologna, Bakunin si fa passare per un aristocratico, tale conte Armfeld e, grazie ad un impeccabile travestimento, riesce a sfuggire ai controlli della polizia, poi per raggiungere il luogo dell'incontro viaggia in un calesse condotto da un anarchico, tale Sandrone il barrocciaio, inviato da Andrea Costa.
In questo trasferimento esce fuori tutta l'ironia di Bacchelli che racconta la scena con un Bakunin che cerca di non dare nell'occhio nonostante avesse una statura gigantesca.

Quel "consiglio di guerra" tra incendiari emiliani e romagnoli per preparare la congiura contro la monarchia e il regime borghese, venne presto conosciuto da tutti e dal fatto storico si passò al racconto leggendario che passava di bocca in bocca infarcito di episodi poco credibili ma che rivelavano la paura che assalì borghesi e benpensanti.

Concludiamo citando una frase pronunciata dal Bakunin di Bacchelli:

"Con un popolo........il quale per istinto odia tanto l'autorità da sollevarsi in aiuto dei cani senza museruola, che cosa non riusciremo a fare? Che cosa non farà questo popolo quando gli daremo per meta e per coscienza, la Rivoluzione Anarchica?....."
"Noi non daremo leggi ......Noi no! Le bruceremo tutte. Viva la plebe, viva la canaglia bolognese!"


Merita una lettura quest'opera di Riccardo Bacchelli, è un grandissimo autore, il suo valore non è assolutamente paragonabile a molti cosiddetti "scrittori" che mirano a comporre solo best seller.

Il libro lo potete trovare online al costo di 9,00 euro; è disponibile, inoltre, in tutte le maggiori biblioteche pubbliche.

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Published by Caiomario - in Libri

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