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17 luglio 2012 2 17 /07 /luglio /2012 16:31
LA DONNA INCINTA NELL'IMMAGINARIO MASCHILE

.....come la fantasia dell'uomo ha censurato, esaltato,represso e..desiderato la donna che attende

Pregnant e pregna

Il titolo del libro potrebbe sembrare irriverente e volgare, ma la scelta del vocabolo inglese che indica la donna incinta, non è stato scelto a caso dall'autore, un termine che ha il suo equivalente in italiano nel'aggettivo sostantivato pregna, forma femminile del nome aggiunto (adjectivum nomen) pregno usato prevalentemente al femminile sia in funzione attributiva che predicativa ma per indicare quasi esclusivamente la femmina delle bestie o in senso esteso per indicare qualsiasi cosa sia colma.

Eppure è curioso come i termini nascano in un modo avendo una valenza neutra e finiscano per avere un significato a volte completamente diverso oppure dispregiativo: nella lingua latina il termine praegnans,antis è un termine composto che da prae ,prima e gignere generare e significa semplicemente colei che è in procinto di generare.

Paradossalmente nella lingua inglese non vi è stata questa trasformazione e il temine pregnant indica la donna incinta cioè la donna gonfia e rotonda.

Il chiarimento e la spiegazione sono necessari perchè già il titolo del libro sembra ingenerare l'idea che l'autore sia animato da un senso di disprezzo nei confronti della donna incinta e che questo disprezzo, specularmente, si trasferisca al lettore che non può, per questo che ritenere turpe l'autore ma è esattamente il contrario: l'equivoco ha una funzione strumentale e provocatoria per suscitare l'attenzione del lettore (maschio?) e della lettrice.

Il significato del libro non sarebbe palese senza il sottotitolo che recita:

La sublime bellezza erotica della donna incinta, frase che amplifica ed esplicita' quello che sarà il contenuto del libro.


94 pagine di cultura e storia tra curiosità e cose proibite

I motivi che spingono un autore o un'autrice a scrivere un libro possono essere i più disparati, a volte può essere la casualità di un fatto episodico che provocando una riflessione iniziale fa nascere l'intento di svilupparla fino a concepire l'idea di uno scritto compiuto che prende la forma di un libro.

Propedeutica la parte introduttiva del libro curata da Roberta Tatafiore che racconta:

New York, Blomindale, Terza Strada. Nel grande Magazzino per eccellenza mibutto in un orgia di femminilità. Al pian terreno un assalto di profumi, di creme 
oli e gelatine, essenze mischiate al cuoio dell'odore delle borse,della paglia
dei cappelli, dei merletti delle velette....... (pag.5)

Una sfilata assolutamente ordinaria e normale di figure ben vestite e poi prosegue la sua introduzione con una specifica, così pregevolmente descritta:

Ma prima dei cancelli per la metro, in un'aria sottilmente impregnata disottoscala mi imbatto in un'altra sfilata: abiti e accessori per le signore
e signorine grasse.Colorini vomito, arabeschi da tappezzeria, fiorazzi da mercato
nastri da collegiali inacidite, scarpe da affette da elefantiasi. Ma perchè le donne
grasse devono essere così punite? Oltre ad essere messe in castigo sottoterra
Tra loro le incinte (pag.5)

La domanda che nasce dinanzi a questa separazione è: come mai alle donne in gravidanza viene riservata questa separazione che è come un allontanamento dalle donne non incinte penalizzandole come le donne grasse?

Come se l'incinta non potesse mai avere voglia di una tunica di Ralph Lauren
di un pantalone di Helmut......Penalizzate anche loro. (pag 6)

Ed ecco il ribaltamento di prospettiva:

la realtà riserva alle donne in gravidanza un ruolo di donna in convalescenza che si riverbera anche nella moda:

il look di ragazza-futura-mamma che va bene solo per la spesa al supermercato
il pranzetto in famiglia e il taglio delle rose in giardino. (pag.6)

Spadanuda con il suo stile espositivo vuole dare alla donna incinta il giusto ruolo di ante-gnant (mi si conceda la licenza linguistica) contrapponendolo a quello medicalizzato di pre-gnant.

La donna non è più solo un oggetto di ansie, preoccupazioni al limite della nevrosi ma diventa incredibilmente più bella e attraente in questa sua preparazione alla 
Maternità (con la m maiuscola) che sembra essere magnificamenterappresentata -come ricorda la Tatafiore- dalla splendida immagine di Demi Moorein dolce attesa apparsa su Vanity Fair, apogeo della fotografia d'autore che ben significa, come un'icona di tutti i tempi, la donna madre che sa trasmettere sensualità.

Il discorso a questo punto si fa complesso

Se la maternità è un fatto vissuto esclusivamente dalla donna, non è un evento che può essere tuttavia avulso dal coinvolgimento dell'uomo.
Qui si parla di una maternità vissuta dalla donna e convissuta dall'uomo escludendo tutte le forme spurie che mettono da parte uno dei due protegonisti del concepimento del futuro nascituro.
Quindi, solo per questa riflessione, la donna e l'uomo come coppia generatrice a prescindere dal ricorso di qualsiasi forma di concepimento assistito, non escludendolo quindi ma che comunque vede sempre un uomo e una donna.
Altresì non sarebbe funzionale al nostro discorso considerare le forme in cui uno degli attori è assente per scelta, ciò, comunque, non escludendo tutto il potenziale descritto nelle righe precedenti a proposito della donna in stato di gravidanza, potenziale che permane almeno nei confronti degli altri soggetti maschili non coinvolti nel concepimento.

Ecco allora che la parentesi naturale richiede alla fine del suo percorso che la donna e l'uomo riprendano il loro ruolo di coppia, quel ruolo nato, in condizioni normali, da una forte attrattiva di entrambi ( o almeno così dovrebbe essere).
Il riapprpriarsi di questo ruolo diventa fondamentale per ristabilire il giusto equilibrio che avviene in altre specie animali attraverso meccanismi genetici ben consolidati ma che non è così spontaneo tra gli umani.
Non è un caso che questa impossibilità a riappropriarsi del giusto equilibrio possa sfociare in un rifiuto dei figli e del partner a causa di una maternità che vissuta in uno stato di ansia quasi familiare finisce col protrarsi ben oltre il concepimento: la donna finisce con il considerarsi malata e dentro di se soffre di quella sindrome da convalescente che pregiudica ogno rapporto dapprima con il proprio uomo e poi con i figli.

Tali annotazioni, non nascono da un insano psicologismo che vorrebbespiegare tutto ma dagli studi anche della psicoanalisi che fanno comprendere 'molto.

La maternità quale trionfo della femminilità

Lontani dalle immagini edulcorate che vogliono la madre, la propria madre, l'unica donna perfetta per cui tutte le donne sono tutte p*****e, meno la propria madre e la propria sorella ( quanto di questa mentalità sia rimasta lo possono solo dire i dialoghi poco letterari che certi uomini fanno tra di loro), resta il fatto naturale e incontrovertibile che il desiderio alla maternità sia una componente così forte e naturale che è il motore del perpetuarsi della specie.
Un perpetuarsi che è proprio dell'eterno femminino ( quale spendida espressione usò Goethe nel Faust per indicare la femminilità assurta ad essenza e a carattere perenne) e che solo la mediazione intellettuale può negare ma che la natura prepotentemente fa ri-uscire fuori ad ogni occasione come se la Natura si volesse fare beffe di ogni ostacolo culturale che finisce coll'essere impotente dinanzi ad ogni nuovo conato dell'istinto che è presente nell'uomo inteso come specie animale.

La maternità mercificata

E' la maternità vista nel solo aspetto della commercializzazione per cui la futura mamma è il centro dei nuovi interessi che si costruiscono già a partire dalla prima visita ginecologica e proseguono nel corso di tutta la gestazione per trovare il suo culmine nella miriade di inutilità che attorniano, frastornandola, questa convalescente che resterà tale anche nel periodo post partum.
La femmina cessa di essere tale, è ormai una convalescente che sta mettendo al mondo dei convalescenti, il superfluo fa da cornice ad ogni argomento occupando gli spazi e sottraendo lo spazio uomo donna, la donna cessa di essere tale, si è trasformata in una macchina straordinaria di bisogni indotti da false preoccupazioni dove...l'uomo è spettatore e complice.

......e Spadanuda dissacra il quadretto ritrovando la donna

Ancora una volta l'angolazione da cui l'autore è un misto di descrizioni curiose e di fatti inediti che permettono al lettore la possibilità di fare un excursus storico su un argomento spesso trattato con ben altre argomentazioni.

Segnalo il primo capitolo intitolato Il fetticcio del pancione ed è interessante sapere come il parto fosse , in passato,un momento riservato esclusivamente alle donne. Chi avesse contravvenuto a questa legge veniva condannato alla pena di morte senza alcuna possibilità di appello:

La gestazione e la fase del parto erano una questione riservata alle donne e gli
uomini vi erano esclusi. In casi eccezionali la "praticona" poteva chiedere almarito della partoriente l'autorizzazione a far intervenire il barbiere o il norcinoper un intervento manuale di emergenza o per una disperata operazionechirurgica (pag 13).

Queste rigidissime norme ostetriche incominciarono ad allargarsi solo quando un frate domenicano Girolamo Mercurio scrisse un manuale di ostetricia laCommare e riccolgitrice dove -scrive Sapadanuda-:

Qui egli ipotizza l'eventualità di introdurre un chirurgo travestito da donna nella
stanza della partoriente qualora si fossero presentate particolari difficoltà
Per non farsi scoprire il chirurgo doveva evitare di parlare, doveva tenere la testa
bendata e megli oancora se l'ambiente era in penombra. Poichè il medico aveva
accesso al parto con il permesso del marito e della "commare" le precauzioni
erano un fatto squisitamente psicologico: la gestante sarebbe rimastaterrorizzata alla vista di un uomo al suo capezzale perchè ciò voleva dire che le
sue condizioni di salute erano gravi. (pag.14)

C'è stato quindi un periodo molto lungo della storia in cui la gestante era tabù, inavvicinabile se non da donne e gli uomini che in un modo o nell'altroavvicinavano le donne incinte, erano disprezzati o per ragioni morali o mediche ( a questo proposito chi fosse interessato ad approfondire oltre al libro, può leggere gli epigrammi di Marziale che ovviamente qui mi astengo di riportare neppure nella lingua originale).

Tra i Romani ,ad esempio, la paura di contrarre malattie era tale che negli epigrammi di Marziale si parla di un morbus indicens derivante dalla passione di alcune pratiche particolari che portava alcuni uomini ad avere un'attrattiva sessuale per le donne incinte, il fatto è storicamente importante perchè attesta l'esistenza più di duemila anni fa di tale passione e del fatto che anche nella letteratura se ne parla diffusamente poi.......il silenzio totale.

E ancora l'autore fa una disamina citando ad esempio Aristotele il quale indica un modo per avere vicinanza con la donna in attesa senza incorrere nellamaledizione dell'utero, il documento è riportato in un incunabolo scritto da un certo Petrus Tasignanus ed è conservato presso la Biblioteca Vaticana e riporta i pareri dei medici e (de)i filosofi del passato.

.....e ancora testimonianze dello storico Macrobio su Giulia la moglie di Augusto per arrivare fino a Carlo VIII.

Il libro è ricco di riferimenti storici, di aneddoti e di riferimenti letterari (Ariosto, Apollinaire, De Sade etc....) come ad esempio questo:

Le eroine dell'Ariosto avevano collo tondo, petto generoso e fianchi alti

oppure di detti popolari:

In Toscana si diceva: Tre cose sono cattive magre:oche, femmine e capre
(pag.33)


Oltre alla disamina storica è presente anche un interessante parte in cui vengono riportati pareri di esperti della terapia della coppia e di sessuologi che permettono di capire come il tema sia molto più complesso di quanto possa apparire da una facile e superficiale derubricazione.

Proprio rivalutare la donna nei suoi nove mesi di bellezza da gestante e nelle sue intatte prerogative di attrattiva significa sottrarla ad ogni tentativo di concepire la gravidanza come una parentesi in cui tutto è sospeso, Spadanuda ci prova e lo fa a suo modo!

Da segnalare la presenza anche di numerose stampe che consentono al lettore un'agevole lettura peraltro favorita dalla lunghezza del libro che ha solo 94 pagine.

Conclusione finale e avvertenze per il lettore

Spadanuda è un autore particolare, preparato, erudito con l'attitudine dello storico ma non è per tutti i lettori, in realtà è solo per un tipo di lettori: quelli che lo leggono senza pre-giudizi e quelli che non lo leggono.
Dal mio personalissimo osservatorio, la lettura di Spadanuda è un'esperienza unica, si apprendono tantissime cose, spesso difficili da affrontare ma non è forse l'occasione buona per leggerlo?

Non ho riportato la copertina del libro dove è fotografata una donna in stato di gravidanza spogliata perchè potrebbe urtare la sensibilità di qualcuno, ho preferito, invece, inserire la copertina di Vanity Fair ben più casta rispetto alla precedente, per quanto anch'essa senza veli sia perchè è citata in questa opinione sia perchè è presente nel libro.


Autore: Luciano Spadanuda
Titolo: Pregnant
Editore: Castelvecchi
Pagine:94
Prezzo: Euro 8,40

 

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Published by Caiomario - in Libri

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