pronto sulla terra
e Geova spartì il mondo
fra Coca-Cola Inc., Anaconda,
Ford Motors, e altre entità:
la Compagnia della Frutta Inc.
si riservò la parte più succosa,
la costa centrale della mia terra,
la dolce cintura d'America.
Ribattezzò le sue terre
come "Repubbliche Banane,"
e sopra i morti addormentati,
sopra gli eroi inquieti
che conquistarono la grandezza,
la libertà e le bandiere,
istituì l'opera buffa:
sguainò l'invidia, si accattivò
la dittatura delle mosche,
mosche Trujillo, mosche Tacho,
mosche Carias, mosche Martinez,
mosche Ubico, mosche umide
di sangue umile e di marmellata,
mosche ubriache che ronzano
sulle tombe popolari
mosche da circo, sagge mosche
esperte in tirannia.
Frattanto negli abissi
zuccherati dei porti,
cadevano indios sepolti
nel vapore del mattino:
un corpo rotola, una cosa
senza nome, un numero caduto,
un grappolo di frutta morta
sparsa nel marcitoio"
(PABLO NERUDA)
IL COMMENTO DI CAIOMARIO
L'irruzione provocatoria di Neruda che all'inzio dei tempi attribuisce a Dio la spartizione del mondo tra diverse compagnie tra cui la Compagnia della Frutta Inc. a cui spettò "la parte più succosa", appare così bizzarra da perdere qualsiasi irriverenza nei confronti del sacro. È la logica del profitto a tutti i costi che invece rivela tutta la sua carica di violenza che irride il sacro del Creato, la United Fruit Company assurge a simbolo del male assoluto portando quella che il poeta cileno definisce "opera buffa" alludendo alla creazione di una falsa libertà politica in cui contava solo lo sfruttamento delle risorse, ottenuto tramite l'utilizzo di uomini trattati alla stregua delle bestie da soma.
E Neruda, senza reticenza, fa i nomi di coloro i quali si prestarono a questo sfruttamento dissennato che portò all'impoverimento delle terre e delle popolazioni del centro America: Rafael Trujillo, Tacho ossia Anastasio Somoza, Carias, Massimiliano Martinez e Ubico; tutti piccoli dittatori definiti da Neruda con disprezzo mosche; ma mosche pericolose capaci di ignobili e turpi azioni nei confronti di uomini trattati come cose senza nome, uomini sfruttati, spremuti e poi buttati a marcire come "la frutta morta".
Che differenza c'è tra quella situazione di sfruttamento dell'uomo sull'uomo e altre forme si sfruttamento odierno, più sottili, meno plateali ma non per questo meno violente? Assistiamo anche oggi, in forma massiccia, allo strazio di tanti uomini e donne trattati come cose, come frutta marcia e non esistendo più l'alibi della dittatura, tutto viene accettato anche dalle stesse vittime, ormai impotenti e prive di qualsiasi capacità di reazione.
Nella foto: Pablo Neruda nel 1949 a Parigi (Fonte immagine: http://www.flickr.com/photos/28047774@N04/7902300334)