PLATONE
La domanda socratica del «che cos'è» trova in Platone una soluzione nel passaggio dal concetto all'affermazione della realtà assoluta, in base a questa teoria oltre alle cose belle o buone esiste anche il bello e il buono. Il bello e il buono sono la realtà e costituiscono il significato intelligibile delle cose sensibili, questa realtà costituisce il modello o la forma di ogni cosa che si ritrova nell'esperienza quotidiana. Il termine idea non va inteso nel senso di concetto ma come Essere vero che si caratterizza per il suo essere immutabile e per il suo esistere al di sopra del cielo sensibile. Platone da una parte conserva il concetto del divenire così come inteso da Eraclìto e nel contempo definisce meglio l'immutabilità dell'Essere teorizzato da Parmenide. Le dottrine precedenti vengono fuse ed integrate con l'introduzione del Bene inteso come Idea suprema che permette di conoscere le cose sensibili rendendole intelligibili all'uomo.
Ciò che esiste nella natura è una maschera dell'Essere, Platone usa diversi termini per spiegare la relazione tra Essee e cose: metéssi (partecipazione) e mìmesi (imitazione). Le idee sono gli archetipi della realtà e tutto ciò che esiste nell'esperienza sensibile partecipano ed imitano l'Essere; ad esempio le cose belle partecipano all'idea del bello in sè.
Nel Sofista Platone affronta le dottrine precedenti (sofismo ed eleatismo) concentrandosi su due aspetti: il problema della possibilità dell'errore e quello dell'essere parmenideo, La possibilità dell'errore così come presentata dai sofisti viene affrontata e risolta con la critica alla dottrina parmenidea sull'essere in base alla quale chi pensa dice l'essere. Per i sofisti invece chi pensa e dice, pensa e dice l'essere e non il non essere e quindi non può sbagliare.
Platone ritiene che il non essere può venire inteso in questi due modi: 1) il non-essere inteso come nulla assoluto quindi opposto all'essere, 2) il non-essere inteso come diverso o altro dall'essere . A è diverso da B nel senso che uno è ciò che l'altro non è, quindi sia l'essere che il non essere possono esistere nella loro alterità. In tal modo Platone teroizzando l'esistenza della molteplicità delle cose sensibili e delle Idee, spiega la possibilità dell'errore: chi pensa e dice, pensa e dice l'essere mentre chi sbaglia non pensa il non-essere assoluto ma pensa ad un essere che non è l'essere vero, ma un essere diverso. Dimostrando la possibilità dell'errore, Platone dimostra che la sofistica stessa è fallace in quanto ivece di presentare l'essere, presenta ciò che non è e creando immagini false pretende che vengano rienute come l'Essere vero.