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20 luglio 2012 5 20 /07 /luglio /2012 15:53
Pezzi di storia e di memoria familiare

Non capita sempre di leggere con piacere un libro e di "divorarlo" nel giro di poche ore, quando questo accade e oltre al favore della critica e alle vendite, c'è anche il piacere del lettore, il libro viene riposto in uno scaffale, ripreso più volte anche se si conosce lo svolgimento e il finale, consultato e riletto.

Per quanto pubblicato nel 1999, questa narrazione merita comunque l'attenzione di tutti gli amanti della letteratura e della buona scrittura, anche per il dispiegarsi di una trama che nella descrizione tocca punti di lirismo di non sempre facile riscontro.

La trama

Non volendo togliere al lettore il gusto di leggere il libro e non volendone svelare completamente la narrazione ,mi soffermerò su alcune pagine affinchè chi decidesse di leggerlo, abbia un quadro d'insieme che funga da utile anteprima.

I protagonisti del racconto sono tre: Giovanni Alessi, suo padre Scanderberg e la
moto Guzzi Dondolino ed è proprio Giovanni Alessi che inizia all'èta di trent'anni un viaggio nella memoria alla ricerca delle proprie radici e della propria identità.

Questa ricerca parte da un pesino della Calabria, Hora dove vive una comunità dalle antiche origini albanesi, quando un gruppo di amici, seduti dinanzi a un Bar della piazza principale e intenti a giocare a carte si ritrovano con Giovanni Alessi che era rientrato dalla Germania per ritornare nel suo paese di origine.

E fin dalle prime pagine entra come protagonista la moto:

(il) Guzzi Dondolino, che il padre aveva acquistato da un suo commilitone di 
Como che per mestiere faceva il meccanico e per sport le gare di moto(pag.14)

la moto era appartenuta al padre, Scanderberg e poi a Giovanni che si divertiva a girare per le strade del paese e a fare dei giochi acrobatici.

Ma come incomincia questo viaggio nella memoria alla ricerca del padre? Inizia con una lettera inviata da un amico del padre, tale Stefano Santori che oltre a mandargli una foto del padre, rievoca anche le estati passate insieme al padre in sella alla moto Guzzi Dondolino.

La moto di Scanderberg cessa di essere solo moto e incomincia ad avere
un forte significato simbolico sia per quanto riguarda il passato, sia per quanto riguarda il presente.

Per il passato perche il padre era l'unico ad avere la moto al paese e uno deipochi in tutta la zona.
Per il presente perchè era appartenuta al padre che come lui da ragazzo aveva fatto le stresse cose e che per tutti era Scanderberg con la moto.

E assieme al padre, ecco la rievocazione tenerissima della madre Lidia della quale dice confessandosi:

La voce di mia madre era solitamente morbida e melodiosa; quella sera alla
fine del racconto, era diventato un canto d'amore. Mi sarebbe piaciuto vedere
il suo viso, il viso di una donna innamorata, ma lei continuava a tenermi la testa sulle sue gionocchia.....(pag.22)

E in questa rievocazione entrano in gioco i vecchi amici, i vecchi compagni di scuola, i vecchi del paese mentre muta sullo sfondo, raccontata e quasi invocata c'è Claudia, la compagna di Giovanni.

Tra ricordi e rievocazioni il romanzo prosegue sempre con uno stile narrativo elegante quasi musicale, a tratti l'intimità descritta sembra quasi sussurrata.

E' una ricerca della propria identità ma è anche una confessione per l'ammirazione nei confronti di un padre inarrivabile che si fa mito nella memoria del figlio, a sua volta soprannominato dai paesani Scanderberg e che sembra perpetuarne la leggenda.

AUTORE: Carmine Abate
TITOLO: La moto di Scanderberg
EDITORE: Fazi Editore
PAGINE: 197

 

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Published by Caiomario - in Libri

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