IL CAPITANO CONRAD, SCRISSE DI VIAGGI, OCEANI, NOSTROMI E AVVENTURE MARINE
Saremmo poveri spiritualmente se non avessimo avuto degli straordinari narratori che hanno saputo scandagliare l'animo umano e ci hanno permesso di riflettere e di farci viaggiare con la mente; ho letto molto e spero di avere ancora del tempo per poter leggere dei romanzi, amo i romanzi falsi e veri, così come mi piacciono le operette maliziose e leggere, ma se devo restringere il campo tra gli scrittori viaggiatori sono due quelli che senza dubbio prediligo: Emilio Salgàri che non ha mai viaggiato ma aveva l'animo dell'esploratore e del viaggiatore e Joseph Conrad che viaggiatore lo fu davvero, dapprima in qualità di marinaio e poi come primo ufficiale di bordo.
Il capitano Conrad era un uomo di mare che, oltre a scrivere i diari di bordo delle navi che comandava, sapeva scrivere straordinari racconti in cui ci ha parlato di viaggi, di località esotiche, di oceani, di nostromi e di avventure marine. Ma catalogare Conrad come uno scrittore di romanzi d'avventura sarebbe a mio parere riduttivo, Conrad è scrittore profondo e complesso che stimola il lettore a guardarsi dentro e a riflettere, i suoi romanzi sono intramontabili e hanno passato indenni le mode, ecco perché Joseph Conrad può essere annoverato tra i grandi della letteratura di ogni tempo.
Quando accadde il tragico naufragio della Costa Concordia mi venne in mente un racconto intitolato "Lord Jim" scritto da Joseph Conrad, lo avevo letto intorno ai vent'anni e lo scrittore polacco mi piaceva moltissimo come mi piacevano altri autori di lingua inglese che raccontavano di viaggi e avventure; l'elenco non è molto lungo e oltre a Conrad, comprende Rudyard Kipling e Robert Louis Stevenson (famoso per "L'isola del tesoro" e "Lo strano caso del Dr. Jekyll e del signor Hyde"); tutti questi autori hanno rappresentato per me il naturale completamento di interessi che attingevano anche dalle letture dei fumetti della Bonelli e dai romanzi di Emilio Salgàri.
"Lord Jim" è un romanzo in cui si ritrovano tutti i temi che contraddistinguono la narrativa di Conrad: l'avventura, l'eroe rifiutato, l'azione gloriosa, il tradimento, il riscatto, il destino implacabile; la narrativa di Conrad è scevra da qualsiasi dualismo tra reale e ideale, la vita reale è quella che è e ogni essere umano deve fare i conti con un'esistenza che non lascia scampo perché l'esito finale è per tutti eguale.
Per me un racconto può essere scritto in due modi: insistendo sulla descrizione senza dare la parola ai protagonisti e oppure dando loro la parola; Conrad riesce a fondere entrambe prospettive ecco perché "Lord Jim" può essere diviso in due parti: nella prima il narratore esterna quasi in modo naturalistico ciò che accade, nella seconda parte invece il narratore è Marlow che interpreta i fatti secondo il suo punto di vista. Grazie a questa tecnica narrativa adottata da Conrad il lettore, man mano che scorrono le pagine, si sente coinvolto e finisce per "fraternizzare" con il punto di vista del protagonista. Conrad è il maestro di questa tecnica narrativa, tecnica che contribuisce tuttavia a rendere il romanzo a tratti difficoltoso come può essere la comprensione di una mente complessa che rivela agli altri il proprio pensiero.
La storia è affascinante: il capitano Marlow comanda la nave Patna a bordo della quale vi sono ottocento pellegrini di fede musulmana, ad un certo punto in seguito ad una collisione, il capitano e i suoi ufficiali tra cui anche Jim decidono di abbandonare la nave. Analogie con il presente? Tante ma udite, udite...Jim viene processato, perde la sua patente di navigazione ma perde la cosa più importante per un marinaio : l'onore.
Ecco la regola scritta che vale sempre nella marineria di ogni luogo: Jim perde l'onore non quando viene celebrato il processo ma quando decide di saltare in acqua ed è proprio quel gesto che lo renderà un reietto e un vigliacco agli occhi di tutti. Da qui la voglia di riscattarsi.
MON CAPITAIN DIVENTA TRAFFICANTE INSIEME A LORD JIM
E bisogna pur vivere mio capitano!!! Marlow segue Jim che diventa trafficante nell'isola malese di Putasan dove sposerà la causa degli indigeni difendendoli dai predoni arabi e dove avrà un'intensa storia d'amore con Jewel, una ragazza indigena che perderà la vita in modo tragico; il vero protagonista del racconto a questo punto diventa proprio Jim ma è Marlow che racconta la storia esprimendo il suo punto di vista. La narrazione diventa imprevedibile e affascinante e per il lettore è un momento di verità e di riflessione.
IL MESSAGGIO DI LORD JIM
Non c'è nessuna sintesi che possa rendere appieno l'idea del romanzo, Conrad è un autore che rappresenta in pieno l'epoca dell'Inghilterra vittoriana ma non cade mai nel moralismo di facciata che invece era una caratteristica di quella società; quel che più ho apprezzato di Lord Jim è il fatto che Conrad va oltre il "tempo della storia", diventando uno stimolo critico per tutti coloro che pensano alla resa e non riescono a fare i conti con il proprio passato. Ma del resto che altro avrebbe potuto fare Lord Jim nel momento in cui aveva perso l'onore? Un reietto che si deve riscattare deve andare oltre il proprio dolore anche se non può andare contro il proprio destino.
Conrad affronta temi che da sempre fanno parte della letteratura: quelli della colpa e del riscatto, in questo senso può essere annoverato tra gli scrittori "epici"; il suo Lord Jim si conclude con un finale tragico: il riscatto avviene agli occhi del lettore, è postumo; la morte diventa l'unica espiazione possibile, un'espiazione che diventa resa senza ritorno.
La lettura del libro è vivamente consigliata!
PILLOLA DI VELENO: Davanti al capitano Conrad faccio io l'inchino e rimango ammirato....invece qualche altro capitano dopo l'inchino, è naufragato!!****