"Nuovi racconti romani" è stato edito dopo che i testi furono pubblicati nella terza pagina de "Il Corriere della Sera", si tratta quindi di testi nati con una compiutezza dovuta principalmente allo scopo per cui erano stati concepiti: quello di uno spazio giornalistico che necessita, per ragioni editoriali, di uno scritto uniforme e breve, elementi questi che richiedono una grande abilità da parte dell'autore.
Mentre infatti nel libro, lo spazio è deciso dal'autore, nel testo destinato al giornale il vincolo dovuto allo spazio può rsultare penalizzante, specialmente per scrittori prolissi che tendono a dilatare la parte descrittiva. Moravia non rientra tra gli scrittori che amano i testi lunghi e sovrabbondanti , anzi la sua capacità di sintesi sembra aver agevolato quello che era un'esigenza giornalisticache ha contribuito ad esaltare le sue doti di narratore breve.
LA ROMA DEL DOPOGUERRA
I racconti sono ambientati nella Roma del dopoguerra, negli anni che vanno dal 1945 al 1950, anni in cui la ricostruzione incominciava a cambiare la fisionomia della città con la nascita di nuovi quartieri e l'affermarsi di nuovi ceti sociali primi fra tutti quelli legati al mondo dell'edilizia.
Ma questi erano più che mai gli anni in cui la gente cercava di arrangiarsi dedicandosi ad attività illegali di piccolo cabotaggio come, ad esempio, lo spaccio di sigarette di contrabbando.
La Roma descritta da Moravia vive in questo clima popolato da personaggi che vivono nella miseria spesso bulli, aggressivi, maneschi, come, ad esempio, Rosario detto il "romanuccio" che canta nelle trattorie di Trastevere e che fa parte di quel sottoproletariato precario, senza arte nè parte che vive di espedienti e di vagabondaggi notturni.
Ma c'è anche un'altra Roma descritta da Moravia: è la Roma dei locali notturni e di Via Veneto che in quegli anni va prendendo rinomanza internazionale e che avrà la sua consacrazione definitiva nel film di Federico Fellini "La dolce vita".
Per i lettori romani è un ritrovare i luoghi di sempre: Largo di Torre Argentina, piazza Venezia, il Corso, la Galleria, ponte Milvio, piazza del Popolo..strade note all'epoca percorse a piedi o con mezzi di fortuna tra un bar ed un altro che era il luogo preferito da "guitti di varietà e avanspettacolo", protagonisti di quello che allora era il genere di spettacolo preferito: la rivista.
L'avanspettacolo consisteva in una serie di battute piò o meno satiriche, con la narrazione di qualche barzelletta a cui seguivano dei numeri di danza piò o meno sguaiati, spesso oltrechè nei bar questi spettacoli precedevano la visione di un film ed erano il momento più atteso dal pubblico spesso costituto da uomini con tutto il contorno che ne seguiva: dalle donnine di marciapiede ai vetturini e agli autisti.
In questi "Nuovi racconti romani" troviamo questo mondo, ben descritto con la sapienza letteraria tipica di Moravia che qui appare poco problematico rispetto ad altre opere come ad esempio "Gli indifferenti" e nello stesso tempo molto abile nel descrivere una Roma che oggi non esiste più e di cui pochi si ricordano.
SCHEDA DEL LIBRO
- Autore: Alberto Moravia
- Titolo: Nuovi racconti romani
- Editore: Bompiani
- Collana: Tascabili narrativa
- Anno di pubblicazione: 2003
- Pagine: 560
- Codice Ean: 9788845253867
Roma notturna con i suoi personaggi equivoci spesso bulli e aggressivi.
Per altri libri scritti da Alberto Moravia si rimanda a:
- http://www.condividendoidee.it/article-agostino-alberto-moravia-108297158.html
- http://www.condividendoidee.it/article-l-uomo-come-fine-alberto-moravia-107841219.html
Articolo di proprietà dell'autore adattata per questo spazio.