LA SCRITTURA EPISTOLARE, UNA GENTILEZZA ORMAI MESSA DA PARTE
Le ragioni per cui non si scrive più sono molteplici e rintracciarle ci porterebbe fuori tema, resta il fatto che è difficile che oggi qualcuno decida di comunicare i propri sentimenti attraverso una lettera, il telefono prima e la posta elettronica poi, hanno soppiantato completamente questa forma di comunicazione che è diventata obsoleta ma solo per quanto riguarda il mezzo impiegato (il cartaceo).
In realtà l'uomo non ha mai cessato di voler comunicare e pur utilizzando altri mezzi, continua a volersi relazionare con i propri simili, paradossalmente anche il più misantropo degli individui quando compila un diario con certosina puntualità, lo fa per due ragioni fondamentali: per comunicare con se stesso o perchè spera che un futuro lettore possa leggere quanto lui ha scritto.
Gli epistolari sono la forma più autentica di comunicazione che l'uomo possa avere mai impiegato perchè attraverso il ripiegamento su se stessi, consentono di svelare la parte più nascosta e autentica della persona.
LA GENTILE SIGNORA LUCIA
Con "Lettere a una gentile signora" ci troviamo dinanzi ad un'opera minore di Carlo Emilio Gadda, è una raccolta di lettere che spesso non viene citata nel corpus dell'opera gaddiana, considero Gadda il più filosofo dei letterati ma anche quello che più di ogni altro ha spaziato nei generi più disparati: si va dagli scritti teorico-filosofici come "I viaggi della morte" a romanzi di grande spessore come "Quer pasticciaccio brutto di via Merulana", dal diario personale come "Il Giornale di guerra e di prigionia" a raccontini di tipo favolisitico come "Primo libro delle favole" sino a queste "Lettere a una gentile signora" , un libro elegante e raffinato alla continua ricerca di nessi e cause.
Per capire il significato dell'opera bisogna comprendere il rapporto che Gadda ebbe con la malattia e il dolore, quando morì la madre, Gadda incominciò ad elaborare il proprio rapporto con il dolore e riversò le sue riflessioni su quello straordinario romanzo che è "La cognizione del dolore".
Questo elaborazione di Gadda fu innazitutto dovuta a un movente che potremmo definire psicoanalitico dove dolore, malattie vere e presunte diventano la causa che lo porta ad utlizzare la scrittura come una vera e propria terapia e la gentile signora Lucia diventa la destinataria di tutti i suoi dubbi, paure e nevrosi che, come abbiamo visto, sono nevrosi che nascono all'interno del proprio nucleo familiare originario.
Quel che più mi ha colpito è lo stile di Gadda in queste "Lettere...", mentre in altre opere Gadda privilegia la frammentazione del linguaggio, l'analisi della realtà che a sua volta viene smontata e che tratta come un pittore cubista, qui Gadda è diretto, immediato, confessa alla gentile signora le proprie frustrazioni mostrando anche una sorta di esibizionismo narcisistico che sfiora un vittimismo quasi coltivato nei minimi particolari.
Sempre facendo un paragone con la già citata "Cognizione del dolore", Gadda si comporta con Lucia come si comportava il personaggio principale del libro, quel Gonzalo Pirobutirro d'Eltino che è un campione di nevrosi senza riscatto, un asociale e un disadattato che oltre alla conoscenza non va, Gonzalo critica la società, ne esce fuori perchè conosce i meccanismi della socità borghese ma non fa nulla per superare questa situazione.
Esattamente questo fa Gadda solo che alla insofferenza verso i limiti della società borghese, aggiunge la propria condizione che arriva a definire di mummificazione fisica, difatti spesso parla di malattia, di rinunce e di impossibiltà di muoversi.
Le lettere vengono scritte da Stresa, a partire dal 1935, ma chi è Lucia Rodocanachi? La gentile signora è un'amante della letteratura, una traduttrice che segue riviste letterarie liguri, un personaggio realmente esistito che aveva delle importanti frequentazioni oltre a quella di Gadda, tra cui quella di Elio Vittorini e di Montale.
Oltre all'aspetto evidenziato queste "Lettere alla gentile signora" sono interessanti perchè contengono tutta una serie di riferimenti a situazioni vissute dallo stesso Gadda o di cui era venuto a conoscenza, ciò permette anche di conoscere cosa avveniva in quegli ambienti, curiosa per esempio, la seguente circostanza :spesso gli scrittori e i traduttori erano in bolletta per il perenne ritardo nei pagamenti da parte degli editori, curioso anche il fatto che la signora Lucia abitava ad Arenzano e quando Gadda andò a Sestri Levante gli scrisse una lettera, fatto questo sicuramente impensabile ai nostri giorni.
.....Che pazienza signora Lucia...
tra dolori, mummificazione fisica e tanta sofferenza la paziente Lucia leggeva le lettere, chissà cosa pensava veramente, forse non lo sapremo mai, ma era gentile e in quella gentilezza che Gadda aveva immediatamente avvertito sin dai primi incontri c'era soprattutto la virtù di coloro che sopportano con rassegnazione le persone o le cose moleste.
Un giudizio positivo sul libro che è anche un'occasione per conoscere sia una parte del vasto e importante epistolario di Gadda sia alcuni aspetti della sua complessa personalità.